
Irene è una casalinga come tante, madre di due splendidi gemelli e moglie. La sua particolare ossessione la farà finire in un vortice dal quale sarà difficile uscirne.
Non mi piace spoilerare e non lo farò, ma lascio le mie impressioni su questo romanzo doloroso.
Gaia ha saputo condensare con maestria alcune delle peggiori pratiche a cui assistiamo inermi, e spesso inconsapevoli, tutti i giorni. Il costrutto, originale nella sua trama, tocca il bullismo scolastico e l'inedia di chi dovrebbe vigilare; ci mostra di cosa si può macchiare una persona alla quale affidiamo i nostri bambini e che, per natura del suo ruolo, dovrebbe invece proteggerli. Ci parla di genitori sbagliati e si crisi post partum, di violenza, degrado.
I giornali ne son pieni tutti i giorni, a volte in piccoli trafiletti, altre in intere pagine.
È un romanzo doloroso e allo stesso tempo luminoso, nel suo trattare l'indomito amore filiale nelle sue molteplici forme.
L'unico consiglio che mi sento di dare all'autrice, in modo da renderlo perfetto e ancor più piacevole alla lettura, è un editing professionale, che nulla toglie però alla validità del romanzo. Complimenti.
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