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UNA BOTTA DI CULO

2021-03-25 19:01

Sabrina Mills

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UNA BOTTA DI CULO

Sottovalutando la sua allergia alle mandorle, quel giorno Luigi decise di assaggiare il piatto consigliato dal maître senza chiedere ulteriori precisazioni sugl

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Sottovalutando la sua allergia alle mandorle, quel giorno Luigi decise di assaggiare il piatto consigliato dal maître senza chiedere ulteriori precisazioni sugli ingredienti dello stesso. Le carni cotte magistralmente comunicarono al suo palato sensazioni uniche, mai provate prime; le spezie dosate con cura amplificarono il sapore del coniglio lasciato macerare nel vino per tutta la mattina. Un cannonau di Oliena per sposare il gusto deciso della selvaggina.

Il sorriso compiaciuto per il pranzo consumato in solitaria lo accompagnò, lasciato il ristorante per raggiungere l’ufficio poco distante. Volle condividere l’esperienza con il fratello, al quale telefonò durante il tragitto. Poche parole e la sua gola iniziò a gonfiarsi, segno di uno shock anafilattico che, imperioso, iniziò a manifestarsi. Le parole, prima fluide, si fecero incomprensibili e inframmezzate da profonde deglutizioni e poi da rantoli concitati. Nella ricerca spasmodica di aria e ossigeno, indirizzò il suo sguardo verso l’alto; i passanti, ignari di quanto gli stesse accadendo, seguirono la direzione del suo viso fino a inquadrare una finestra del palazzo di fronte, nella quale due figure intente a ballare furono scambiate per un’aggressione. I mormorii aumentarono, qualcuno, lesto a voler passare per primo da eroe, chiamò la polizia e i vigili del fuoco. Le voci si sparsero di bocca in bocca alterandone il significato, modificandone la causa. Chi parlava di un attentato, chi di un grande incendio, chi ancora di un omicidio. I capannelli di persone si fecero più numerosi e vocianti, tanto da occupare la sede stradale e bloccare il traffico, fluente fino a poco prima. La coppia alla finestra, incuriosita dalla manifestazione giù in strada si affacciò al davanzale; Lui dietro lei a cingerle la vita. A quel punto, le voci in strada si fecero ancor più preoccupate, temendo che la volesse buttar giù.

Le sirene dei mezzi di soccorso resero le grida più nervose e le parole inutili. La strada fu transennata e un cordone di agenti si impegnò a tenere la gente lontana dal palazzo. Si crearono frange diverse con idee contrastanti, e il passo all’insulto fu breve. Un accendino volò da un gruppo all’altro colpendo un uomo in fronte; subito si rispose con pietra di ridotte dimensioni che arrestò la sua corsa frenata da una borsetta. Gli agenti, allarmati dall’evolversi della situazione si fecero scudo con le protezioni a bordo delle auto di servizio; partì l’ordine di disperdere i presenti con l’uso dei lacrimogeni, mentre i vigili del fuoco alzavano la scala verso il palazzo, incerti su cosa dovessero controllare. L’aria si fece biancastra e fastidiosa, i colpi di tosse sostituirono le voci urlanti, mentre alcuni improvvisati ribelli risposero alle cariche della polizia. Una bottiglia raccolta da terra fu lanciata contro di loro frantumandosi pochi passi prima. Frammenti di vetro schizzarono nelle mille direzioni, ferendo mani, visi, gambe scoperte.

E Luigi?

Luigi si salvò, colpito da uno di quei frammenti alla gola. Il taglio provvidenziale aprì una fessura nella trachea consentendogli di respirare e chiamare aiuto.

Morale: non importa come ti fai capire, ma il risultato che ottieni.

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