
Quando ho ricevuto la email di convocazione stentavo a crederci. Dopo decine di tentativi andati a vuoto, rifiuti più o meno palesi, qualcuno vuole davvero scommettere su di me e ora sono qui, seduta nella sala d’aspetto di Marcello Sodano, in attesa di poter finalmente parlare del mio romanzo. Non è stato la mia prima scelta, e forse nemmeno la seconda, ma è sicuramente un buon punto di partenza per la mia carriera di scrittrice. So di avere per le mani un buon lavoro, i feedback ricevuti me lo confermano e l’idea è buona, a detta della mia editor. Cazzo, eppure mi sudano le mani e non riesco a tenere ferma le gambe. Come era quell’esercizio di rilassamento? Sì, la visualizzazione, coinvolgere i cinque sensi. Proviamo.
«Signora Allegri? Il dottor Sodano la può ricevere, prego.»
Cazzo, proprio ora! Forza, decisa e affabile.
«Dottor Sodano, grazie per avermi ricevuto, non se ne pentirà .»
«Buongiorno, signora Allegri, prego si accomodi, gradisce un caffè?»
«Grazie, preferirei un bicchiere d’acqua, sa, il caffè mi agita.» Spero di non aver fatto una gaffe, ma ormai.
«Marina, per favore, due caffè e un po’ d’acqua per la nostra scrittrice.»
«Le vorrei presentare il signor Massimo Polloni, il nostro senior editor. Saprà sicuramente darci un parere obbiettivo sul suo lavoro.»
Scambio un gesto di saluto con lui. Ora mi è più chiaro chi sia e mi preoccupa questa presenza. Speriamo bene.
«Allora, mi parli di questo suo lavoro, per il quale ho ricevuto un accorato appello dal nostro amico comune.»
Iniziamo male. Mi pare un po’ prevenuto.
«Sì, una cara persona. Come ha potuto vedere leggendo la copia che le ho inviato, il romanzo ruota attorno alla vita di Marco, funzionario di banca e responsabile del settore mutui. Tra le sue mani passa il futuro di molte persone desiderose di un futuro sicuro. Giovani in procinto di sposarsi, altri che vorrebbero investire i risparmi di una vita per crearsi un reddito aggiuntivo. Marco è una persona particolare, annoiato e deluso dalla vita, dalla quale ha subito solo delusioni, se non per il suo lavoro sicuro del quale ne fa uno strumento di giudizio per chi gli sta seduto davanti. Non si limita a valutare i progetti o i requisiti finanziari delle persone, ma ne valuta il peso, il comportamento in società , si spinge ben oltre, tenendo in considerazione perfino gli orientamenti sessuali. Nel suo lavoro si considera un Dio, uno con potere di decisione su chi sia o meno meritevole di un posto nella società .»
«Senza dubbio interessante come argomento, ma perché secondo lei dovrebbe piacere un libro del genere? Cosa dovrebbe spingermi a comprarlo? Da quanto ho letto, e mi spiega, Marco è uno stronzo, scusi il francesismo, omofobo e probabilmente asociale. Certo, alla fine risolverà i suoi conflitti, forse anche in maniera abbastanza banale, scontata. Sa quanti manoscritti mi arrivano ogni settimana? Ovviamente, tutti accompagnati da lettere di presentazione cariche di lodi per ciò che mi inviano, e la maggior parte si descrivono come persone umili, modeste, ma degne di esser lette.»
Mentre mi parla, smontando tutte le mie certezze, lo sguardo si sposta sul viso impassibile dell’editor, sorvola distrattamente foto di famiglia e di momenti allegri, forse con amici.
«Immagino che lei sia sposato, abbia degli amici, passioni. E sicuramente dei valori solidi in cui crede. Con molta probabilità ha di me la stessa considerazioni che ha delle persone che mi ha descritto pocanzi, e magari ha anche ragione. Sono una delle tante persone che sognano di arrivare sugli scaffali, magari senza esserne degna. Ma vede, io faccio qualcosa in cui credo molto, e per quanto abbia a cuore il parere delle persone, scrivo di ciò in cui credo realmente. Capisco molto bene il suo punto di vista e, onestamente, so di essere la persona meno adatta per tentare di convincerla a darmi una opportunità . Sarei come l’oste al quale si chiede se il vino della casa è buono. E nonostante la premessa, rispondo volentieri alla sua domanda.»
«Prego.»
«Ha parlato di una trama banale, scontata. Forse è così, ma lei comprerà il libro perché in esso sono racchiusi i valori in cui lei stesso crede: la famiglia, l’amicizia, l’andare oltre i pregiudizi. Sa perché glielo dico? Perché non si vergogna a mostrarli, e le sue foto lo dimostrano. Quella matita arcobaleno nel portapenne mi dice che per lei non è importante chi ama chi e perché. Non le importa se il suo compagno di calcio è di colore, ma le importa solo che giochi bene.»
«Marco, vorrei sentire il tuo parere.»
«Come lei può immaginare ho letto il romanzo e condivido il pensiero di Marcello. Per quanto sia scritto bene e sia stato sottoposto a un accurato editing, manca un po’ di consistenza, si avverte la mancanza di pathos. Ma, detto questo, l’ho ascoltata molto bene. E nel romanzo ho visto il fuoco che la anima, si percepisce nell’uso dei termini delle similitudini. Se Marcello è d’accordo, e presumo lo sia, vorrei chiedere di riscriverlo tenendo l’impianto originale ma inserendo alcune variabili che lo rendano unico. So che può farlo.»
«Signora Allegri, Martina, pensa di riuscirci?»
«Ci proverò, ma non lo farò per voi. Oggi ho capito una cosa, in questo ufficio. A guardare le cose con altri occhi, a immaginarle con un’altra mente. Ho capito che devo imparare a camminare con le scarpe degli altri e sentire quanto dolore provocano quelle strette e quanto disagio quelle larghe. A presto, e grazie.»