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DESTINI INCROCIATI - Estratto

2021-03-22 19:28

Sabrina Mills

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DESTINI INCROCIATI - Estratto

<...> Aprendo la porta di casa si rese conto che non era chiusa a chiave, eppure era certa di averlo fatto prima di uscire. A parte loro due, nessun altro aveva

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<...> Aprendo la porta di casa si rese conto che non era chiusa a chiave, eppure era certa di averlo fatto prima di uscire. A parte loro due, nessun altro aveva le chiavi di casa e il marito sarebbe rientrato solo la sera tardi. La considerò una dimenticanza e si diresse verso la camera da letto per cambiarsi, dopo aver chiuso il portoncino blindato.

Davanti a lei il caos. Vestiti sparsi ovunque, in terra, sul letto, cassetti e armadi aperti. Tutto ciò che il giorno prima era sul comò, ora era sparso in terra come scaraventato da una forza invisibile. I flaconi di profumo, rotti nell'impatto con il pavimento, avevamo permeato l'aria della loro essenza. I gioielli, contenuti in un piccolo cofanetto, giacevano ai piedi del letto, alcuni dei quali schiacciati con disprezzo. Il primo pensiero fu rivolto ai ladri, ma la sala nella quale era appena passata era in ordine, con la tv di ultima generazione al suo posto e i soprammobili di argento sul tavolino e poi i gioielli…

Non fece in tempo a finire il pensiero, che uno schiaffo la colpì in piena faccia, facendole perdere l'equilibrio per poi cadere a terra.

«Dove cazzo sei stata?» si senti chiedere con una violenza tale che le fece pensare il peggio

«Ero…al… al lavoro» balbettò, mentre l'uomo la sollevava da terra strattonandola per il braccio.

«Chi cazzo era quello! Il tuo amante? Sei una lurida troia» le gridò in faccia, prima di colpirla con un pugno che le spaccò il labbro e le ruppe un dente. Cadde di nuovo a terra e la violenza di lui si sfogò con calci che le procurarono diverse fratture alle costole e varie contusioni alla schiena e alle gambe. Mentre infieriva su di lei continuò a urlare ingiurie e frasi senza senso.

Tanta fu la violenza con la quale venne colpita svariate volte, che orinò senza potersi trattenere, per poi svenire per un tempo indecifrabile. Quando riprese i sensi, lui non era più in casa. Con difficoltà raggiunse la borsetta strisciando sul pavimento per prendere il cellulare e chiamare aiuto.

Riaprì gli occhi e le servirono diversi secondi per rendersi conto di dove si trovava e perché. Sentiva dolore ovunque, aveva gli occhi gonfi e il labbro anestetizzato. Il tipico odore di ospedale, dovuto al massiccio utilizzo di disinfettante che le pungeva il naso, le fece tornare alla mente il periodo in cui la madre venne ricoverata, in seguito all'aggravarsi del tumore che da anni combatteva e che nel giro di qualche settimana, se la portò via. Strinse gli occhi, quasi a voler ricacciare quei ricordi, quando una voce familiare risuonò nella stanza<...>