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IL PAESE DEI GALLI - 02

2021-03-22 18:21

Sabrina Mills

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IL PAESE DEI GALLI - 02

Un lampo attraversò i suoi occhi che, con l’avanzare del tempo ma più per un principio di cataratta, non gli garantivano più una vista perfetta. Pensieroso dava

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Un lampo attraversò i suoi occhi che, con l’avanzare del tempo ma più per un principio di cataratta, non gli garantivano più una vista perfetta. Pensieroso davanti alla Tomassoni, rivide sé stesso con quarantanni in meno. Bello, magro e diritto nella sua divisa stirata.

- Agli ordini!

Disse il tenente Luigino Maggi, classe 1944, gridano ad alta voce. Nello stesso tempo i tacchi si unirono con un sonoro “clack”, e la mano destra, tesa, scattò verso la testa, fermandosi un millimetro prima.

-Ma ti se sbregà Gino?

La voce proveniva dall'altra parte del bancone. Nell'attimo di confusione creato dalla scia di luce, il Gino non si era reso conto dell’entrata nel bar di Teobaldo Zanatta, noto Baldino per via della sua statura ridotta. Veneto di nascita ma pavese d’adozione, non aveva mai rinunciato all'utilizzo del suo dialetto, nonostante fosse lì da quasi trentanni. Un metro e quaranta d’altezza per quarantanove chili e mezzo. E ci teneva sempre a rimarcare quel mezzo chilo, che lo portava vicino al numero tondo. Operaio per una ditta che posava e manuteneva tubature d’acqua, spesso era costretto a percorrerle a carponi, alla ricerca di qualche intoppo che ne bloccava il defluire del prezioso liquido. Finché l’impresa capì che era più remunerativo sostituire la condotta, che limitarsi a sistemarla.

Impettito e con la mano a sfiorare la testa canuta, Gino ruotò la testa il tanto giusto a vedere con la coda dell’occhio, l’origine della voce. La paura di essere deriso dall'uomo e successivamente dai suoi amici, lo convinse a inventare una scusa.

- Ma che sbregà e sbregà! Con tutto il casino di questo periodo, mi sto allenando a fare il saluto. Sai mica che mi richiamano in guerra!

A corredo della scusa, scoppiò in una fragorosa risata, dando una manata sul piano di legno del bancone, frutto anche questa del paziente lavoro di Sion Gioann, contagiando anche Baldino che prese per buona la battuta.

- Fammi un caffè va’!

- Cosa vuoi?

Nei quarantanni che Baldino frequenta il locale, non aveva mai bevuto un caffè. E mai si sarebbe sognato di chiederlo, per di più all'apertura del bar, ben sapendo quale ciofeca fosse.

- Oii! Un caffè. Sei diventato pure sordo, oltre che rincoglionito?

Con la naturalezza di chi non aveva mai bevuto altro nella vita, apostrofò il Gino senza tanto riguardo, indicando il proprio orecchio con il dito e simulando la sordità dell’amico.

Confuso, Gino mise mano alla macchina, cercando, per quanto fosse possibile, di preparare un buon caffè. Spennellò per bene il porta filtro, e fece brontolare la macchina a vuoto, erogando acqua per pulire gli erogatori. Dosò una corretta quantità di polvere marrone e con perizia la pressò, maneggiando un pressino dal manico in legno scurito. Un’ultima pulita ai bordi del braccino, come erroneamente chiamava il porta filtro e lo riagganciò alla macchina. Con devozione quasi mistica, pigiò dolcemente l’interruttore. Calcolò a mente venticinque secondi, come da indicazione del tecnico incaricato della manutenzione, e arrestò l’erogazione, osservando speranzoso le ultime gocce che precipitavano nella tazzina marchiata.

- Il signore è servito!

Accostò il piattino al cliente e depositò delicatamente la porcellana, curioso di vedere la reazione del primo sorso di caffè caldo.

- Veramente ottimo! Finalmente hai imparato a fare un caffè degno di questo nome.

Con la testa poco oltre il piano del bancone, gustò la bevanda a piccoli sorsi, piegando la testa all'indietro per agevolare la caduta delle ultime gocce. Appoggiò la tazzina sul piattino e fece scivolare due euro accanto, sollevando la mano in segno di saluto.

- A domani, Mona. E tieni il resto!

Il Gino rimirò la moneta luccicante. Una mano sul fianco destro, l’altra a grattarsi i pochi capelli bianchi rimasti. Tieni il resto! Baldino, noto anche come braccino corto, che rinunciava al resto.

- Sarà mica la fine del mondo?

Ripensò al suo gesto davanti alla macchina del caffè, senza motivazione e soprattutto fatto senza rendersene conto. Poi Baldino, che non solo chiede un caffè, ma rinuncia pure ai soldi. E da solo, interrogò il silenzio del locale.

Continua...

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